
L’11 aprile 2025 i Ministeri dell’Interno e della Salute hanno emanato una circolare (n.11280) per chiarire come va applicato il nuovo Codice della Strada in materia di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Un passo necessario, ma non sufficiente: la circolare, infatti, non ha valore di legge e non può correggere le ambiguità e i rischi contenuti nel testo normativo. A decidere, in ultima istanza, saranno i giudici, con il rischio concreto di interpretazioni discordanti e penalizzanti per migliaia di pazienti.
Il nuovo codice della strada penalizza chi si cura legalmente
Con il nuovo Codice della Strada voluto dal ministro Salvini, si rischia di colpire duramente pazienti in cura con farmaci perfettamente legali, inclusa la cannabis terapeutica.
Fino ad oggi, per sanzionare chi guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti era necessario dimostrare uno stato di alterazione psico-fisica. Questo principio è stato rimosso: basta un test salivare positivo, anche a distanza di giorni dall’assunzione, per incorrere in sanzioni gravi come la sospensione della patente.
Cosa dice la circolare dell’11 aprile
Nel tentativo di correggere il tiro, la circolare ministeriale ha chiarito che:
- Il test salivare è solo preliminare
- Serve una conferma con analisi su metaboliti attivi (quelli che indicano un effetto in corso)
- Solo saliva e sangue sono idonei per accertare la reale alterazione psico-fisica
- I campioni vanno conservati per un anno per eventuali controanalisi
👉 Leggi qui la circolare: Circolare 11/04/2025 – n. 11280
Ma la legge non cambia: il rischio resta
Il problema è che la circolare non modifica la legge. I giudici, in mancanza di un riferimento chiaro nel testo normativo, potrebbero continuare a sanzionare pazienti che non sono in stato di alterazione ma che presentano metaboliti nel sangue o nella saliva.
Inoltre, ad oggi non esistono soglie scientificamente affidabili per determinare se una persona sia realmente sotto effetto di droghe.
Il commento dell’Associazione PazientiCannabis
«La circolare è un passo nella direzione giusta, ma non è abbastanza. Finché non sarà la legge a ripristinare il principio dell’alterazione psico-fisica, i pazienti che si curano con cannabis terapeutica resteranno esposti a un rischio enorme e ingiusto. Una legge ambigua non tutela nessuno. Il Parlamento deve intervenire subito.»
Cosa chiediamo come associazione
La posizione dell’Associazione PazientiCannabis è chiara:
va ripristinato il requisito dell’alterazione psico-fisica, come già chiesto in Parlamento da diversi deputati, tra cui l’on. Marianna Ricciardi, qui il testo dell’interrogazione link.
Non è accettabile che chi combatte quotidianamente con dolore cronico, patologie neurodegenerative o altri disturbi invalidanti debba vivere con la paura di perdere la patente e subire sanzioni, solo per essersi curato secondo prescrizione medica.