Roberto Saviano parla del comitato.

Roberto Saviano nel articolo sull’Espresso parla di NOI!!! “Il comitato dei pazienti cannabis scrive al ministro: farmaci introvabili, impossibile curarsi. Una legge disattesa dallo Stato”… Avanti tutta!! #noncifermeremoqui #conlacannabismicuro #dirittodicura #unitisivince

Roberto Saviano Espresso

Roberto Saviano:Il comitato dei pazienti cannabis scrive al ministro: farmaci introvabili, impossibile curarsi. Una legge disattesa dallo Stato.

Il Comitato pazienti cannabis medica ha scritto una lettera aperta alla ministra Beatrice Lorenzin perché, a fronte di continue richieste e sollecitazioni, e nonostante l’uso della cannabis terapeutica sia legale dal 2007 (anche se ci sono molti medici restii a prescriverla), ancora in Italia risulta insoddisfacente il quantitativo di cannabis prodotta dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze – l’unico che può coltivarla nel nostro Paese – e insoddisfacente il quantitativo di cannabis importato dall’Olanda rispetto alle necessità delle persone affette da patologie che ne traggono o ne trarrebbero giovamento. E ancora in moltissime regioni è difficile, talvolta impossibile e costoso l’accesso alla cannabis a uso terapeutico.

Il Comitato si è deciso a scrivere non certo per capriccio ma perché, per andare a regime, ci vorrà ancora troppo tempo, tempo in cui troppe persone continueranno a soffrire. Ma soprattutto perché risulta incomprensibile il motivo che porta a precludere l’accesso a questo mercato a privati che creerebbero una filiera virtuosa ed effetti positivi su tutto il Paese. Si potrebbe generare un giro di affari da un miliardo e mezzo di euro e produrre diecimila posti di lavoro, ma a quanto pare il nostro Paese non ha bisogno di opportunità.

Se dovessi elencare qui tutte le patologie e i disturbi che la cannabis terapeutica è in grado di curare e alleviare-scrive Roberto Saviano- occuperei tutto lo spazio che mi è concesso, quindi vi chiedo di andare online e di verificare voi stessi a quante persone si sta negando una vita dignitosa.

Inoltre i passi “avanti” non sono mai davvero risolutivi: il decreto fiscale convertito in legge lo scorso 4 dicembre ribadisce che solo lo stabilimento militare può coltivare e trasformare cannabis in farmaci; lo stabilimento riceverà un finanziamento pubblico che consentirà probabilmente di triplicare la produzione, ma sarà ancora insufficiente

. Oggi a Firenze si producono cento chili di cannabis terapeutica all’anno che non soddisfa il fabbisogno che supera i 400 chili. Aumentando la produzione, si dovrà comunque continuare a importare cannabis terapeutica dall’Olanda, dunque non è chiaro perché non si mettano in condizione privati di poter sopperire dove il pubblico è carente.

La lettera al ministro Lorenzin inizia così: «Noi siamo i malati a cui ha detto di “aspettare che le piantine stanno crescendo” in un servizio a Le Iene sulla cannabis terapeutica. Noi siamo i malati a cui sta saltando qualsiasi continuità terapeutica perché non abbiamo più i farmaci con cui ci stiamo curando. Noi siamo i malati che, se non si farà nulla, faranno un bruttissimo Natale tra sofferenze, crisi epilettiche e chissà quali altre patologie potrebbero essere non più controllabili in questo mare di farmaco-resistenti.

Noi siamo i malati che in questo momento stanno correndo a destra e a sinistra cacciando l’ultimo grammo di un Bedica, una Bedrolite o un Bediol ormai introvabili».Si tratta di un’emergenza sanitaria che colpisce un numero enorme di persone, tra cui anche molti bambini, e che deve trovare una soluzione immediata. E continua:

«Non vogliamo rivolgerci ed alimentare il mercato illegale, ma molti di noi arriveranno, mossi dalla disperazione a farlo, lo trova giusto? Esporre un malato a tali gesti di disperazione? Con la quasi sicurezza della mancanza del risultato terapeutico ricercato e la sicura esposizione a rischi legali e di salute. Noi siamo i malati che con la cannabis medica si curano e vogliono continuare a farlo senza elemosinare il diritto ad una continuità terapeutica, a non dover peregrinare per trovare il nostro farmaco e non perdere la dignità nel nostro dolore, nelle nostre crisi e in tutte le nostre patologie».

In “De civitate Dei” Sant’Agostino scrive: «Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?». Uno Stato che toglie dignità a chi soffre è uno Stato in cui difficilmente si riuscirà ad avere fiducia. Su questo, una politica in perenne campagna elettorale e quindi alla perenne ricerca di consenso, dovrebbe riflettere.

Roberto Saviano fonte L’Espresso

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