Epilessia: conclusioni di un recente studio italiano sulle potenzialità del CBD

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EPILESSIA: RISULTATI DI UN RECENTE STUDIO SULLE POTENZIALITÀ DEL CBD

Sintesi di uno studio condotto da Serena SilvestroSanta MammanaEugenio CavalliPlacido Bramanti, e Emanuela MazzonRaffaele Capasso, Editore accademico e Lorenzo Di Cesare Mannelli, Editore Accademico, pubblicato su Molecules ad opera di Luca Zarathustra Lecca

INTRODUZIONE:

Il CBD è un composto ampiamente studiato per la sua potenziale efficacia nel trattamento dell’epilessia. In questa recensione viene riportato un sunto degli studi condotti su neonati, bambini e adolescenti affetti da epilessia resistente ai comuni farmaci antiepilettici. Ad oggi, i dati di sicurezza disponibili mostrano che la somministrazione di CBD associata ad altri farmaci antiepilettici provoca eventi avversi non gravi. I risultati disponibili evidenziano anche l’efficacia del CBD in aggiunta ai comuni farmaci antiepilettici. Il meccanismo con cui il CBD interagisce con altri farmaci antiepilettici non è ancora del tutto noto, poiché molte vie metaboliche coinvolte in questa interazione sono ancora sconosciute. Inoltre, non sono ancora noti tutti i bersagli molecolari utilizzati dal CBD per esercitare la sua azione antiepilettica.

Tuttavia, i risultati ottenuti fino ad oggi incoraggiano l’uso del CBD associato ai farmaci antiepilettici.

L’EPILESSIA:

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l’epilessia colpisce più di 50 milioni di persone in tutto il mondo. L’epilessia è il disturbo neurologico caratterizzato da convulsioni ricorrenti più comune.

Una “crisi” è un fenomeno transitorio parossistico determinato da un’attività neuronale anormale eccessiva o sincrona nel cervello. L’epilessia può anche causare deficit sensomotorio, cognitivo, compromettere la qualità della vita e un aumento del rischio di morte prematura. La Lega internazionale contro l’epilessia, in base al punto di insorgenza, classifica le crisi epilettiche in crisi focaligeneralizzate e sconosciute.

Le convulsioni focali causate da un’attività elettrica anomala in una parte circoscritta del cervello sono classificate in semplici e complesse.

Le convulsioni focali semplici sono caratterizzate da manifestazioni motorie e sensoriali senza perdita di coscienza.

Le convulsioni focali complesse comportano una perdita di coscienza.

Le crisi generalizzate iniziano in una o più aree del cervello e possono quindi diffondersi a tutto il cervello. Esse si dividono in:

  • crisi assenze, caratterizzate da una rapida e transitoria perdita di coscienza;
  • crisi toniche, che provocano irrigidimento muscolare;
  • crisi atoniche, caratterizzate dalla perdita del controllo muscolare;
  • crisi cloniche che causano movimenti muscolari ritmici;
  • crisi miocloniche, caratterizzate da contrazione muscolare e tremori localizzati.
  • crisi tonico-cloniche, il tipo più grave di crisi epilettiche, durano circa 5-10 minuti e sono caratterizzate da intense contrazioni generalizzate a tutto il corpo.
  • Le crisi sconosciute sono chiamate così quando l’inizio di una crisi non è noto. Queste crisi possono anche essere definite come “spasmi epilettici” caratterizzati da un’improvvisa estensione o flessione degli arti.

Viene infine definita Epilessia Secondaria quando l’insorgenza è causata da diversi fattori quali trauma cranico, malattie infettive (meningite, AIDS, encefalite virale), disturbi dello sviluppo, abuso di alcol o droghe e altre condizioni patologiche (tumori cerebrali, ictus).

IL RUOLO DEL CBD:

La Cannabis sativa L. è un’antica pianta medicinale da cui vengono estratti oltre 100 cannabinoidi. Tra questi, i più studiati sono il Δ9 – tetraidrocannabinolo (Δ9 – THC), un composto psicoattivo, e il CBD, un fitocannabinoide non psicotropo. La maggior parte dei cannabinoidi esercita la propria azione interagendo con i recettori dei cannabinoidi, ma il CBD mostra una bassa affinità per questi recettori. Tuttavia, influenza l’attività di altri recettori come i recettori della serotonina, i recettori degli oppioidi e i recettori accoppiati a proteine G non endocannabinoidi e altri bersagli (canali ionici ed enzimi). Negli ultimi anni, la comunità scientifica ha mostrato interesse per questo composto per il suo buon profilo di sicurezza e le proprietà neuroprotettive in diverse malattie neurodegenerative, tra cui la sclerosi laterale amiotrofica, il morbo di Parkinson, il morbo di Huntington e quello di Alzheimer. Questa azione neuroprotettiva è dovuta alle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti Il Cannabidiolo (CBD) è uno dei cannabinoidi ad azione non psicotropa, estratto dalla Cannabis sativa che ha ricevuto un grande interesse scientifico grazie alle sue applicazioni mediche. Questo composto ha mostrato efficacia come antiepilettico, antipsicotico, neuroprotettivo, antidepressivo e ansiolitico. L’attività neuroprotettiva appare legata alle sue ottime proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Lo scopo del presente studio è valutare l’uso del CBD, oltre ai comuni farmaci antiepilettici, nell’epilessia resistente al trattamento grave attraverso una panoramica della letteratura recente e di studi clinici volti a studiare gli effetti del trattamento con CBD in diverse forme di epilessia. I risultati degli studi scientifici finora ottenuti sull’utilizzo del CBD in applicazioni cliniche potrebbero rappresentare una speranza per i pazienti resistenti a tutti i farmaci antiepilettici convenzionali. Per molto tempo, il CBD è stato studiato per i suoi effetti anticonvulsivanti. Diversi studi hanno confermato la sua efficacia nel trattamento delle crisi epilettiche, soprattutto in età pediatrica. Nel 2016, i primi risultati degli studi clinici di fase III hanno mostrato effetti benefici del CBD (Epidiolex®; GW Pharmaceutical, Cambridge, UK) nei disturbi convulsivi resistenti al trattamento, tra cui la sindrome di Lennox-Gastaut (LGS) e le sindromi di Dravet (DS). Recentemente l’Epidiolex® è stato immesso in commercio in Europa ed in ambito ospedaliero anche in Italia.

Il CBD mostra proprietà antinfiammatorie in diversi studi sperimentali, modulando alcune citochine pro-infiammatorie e il fattore di necrosi tumorale, nonché la regolazione del ciclo cellulare e delle funzioni delle cellule immunitarie. Un altro meccanismo attraverso il quale il CBD svolge sia un azione antinfiammatoria che una potente attività antiossidante. Sta anche generando interesse per le sue proprietà terapeutiche come antidepressivo, antipsicotico, analgesico e antitumorale. Inoltre, è stato dimostrato che il CBD può ridurre significativamente due importanti forme di ansia, vale a dire il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo da stress post-traumatico.

GLI STUDI:

Tutti gli studi clinici (fasi 1, 2 e 3) riportati di seguito valutano la sicurezza e / o l’efficacia del CBD oltre ai comuni farmaci antiepilettici. La maggior parte di questi studi riguarda pazienti pediatrici (da 0,5 a 17 anni) con diagnosi di epilessia su base genetica, sindrome di Lennox-Gastaut, sindromi di Dravet e sindrome di West, resistenti ai comuni trattamenti antiepilettici. I seguenti studi raccolgono dati sulla somministrazione di CBD a breve termine (da 10 giorni a 3 mesi).

Uno studio clinico di fase 1/2 ha valutato l’efficacia e la sicurezza della soluzione orale di CBD a tre diverse dosi (10, 20 e 40 mg / kg / die) somministrate per 10 giorni consecutivi in sessantuno bambini (1-17 anni) con forme di epilessia resistenti ai farmaci. I risultati di questo studio hanno dimostrato che il CBD può essere considerato sicuro e tollerabile anche ad alte concentrazioni.

Uno studio clinico multicentrico di fase 2 ha coinvolto 9 bambini (da 6 a 36 mesi) con sindrome di West (spasmi infantili) che non hanno risposto alle terapie canoniche. Il CBD in soluzione orale è stato somministrato alla dose iniziale di 20 mg / kg / giorno o 40 mg / kg / giorno. I risultati confermano l’efficacia e la sicurezza della soluzione orale di CBD dopo 14 giorni di trattamento.

I pazienti che hanno concluso questi due studi clinici sono stati coinvolti in studio clinico in aperto di fase 3 completato. I partecipanti sono stati divisi per una fascia di età in tre gruppi: neonati (da 1 a <2 anni di età), bambini (da 2 a <12 anni di età) e adolescenti (da 12 a <17 anni di età). Tutti gli individui hanno continuato il trattamento con CBD alla stessa dose degli studi precedenti per 48 settimane. Questi risultati mostrano che mentre la somministrazione di CBD non può essere considerata sicura nei bambini, ma è stata generalmente ben tollerata negli adulti.

STUDI SULL’EPIDIOLEX:

L’Epidiolex è uno sciroppo contenente 100mg/mL di CBD ad uso orale prodotto dalla GW Pharmaceuticals.

Sei studi randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo sono stati finanziati da GW Pharmaceuticals per valutare l’attività della nuova formulazione di soluzione orale di CBD purificata (Epidiolex), un farmaco epilettico e ora approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) per il trattamento delle crisi associate a sindrome di Dravet e sindrome di Lennox Gastaut in pazienti di due anni di età o più.

Il primo studio clinico è stato diviso in due parti:

PARTE A: studio randomizzato in doppio cieco (fase 2), per valutare la sicurezza di dosi multiple della soluzione orale di CBD in 34 bambini (da 4 a 10 anni) con sindrome di Dravet. Tutte le dosi di CBD sono state ben tollerate e la dose di 20 mg / kg / giorno è stata scelta per la Parte B.

PARTE B: sono stati selezionati 120 bambini (da 2 a 10 anni) con crisi epilettiche resistenti ai farmaci. I risultati hanno suggerito che, a seguito della somministrazione di CBD, la frequenza mediana delle crisi è diminuita da 12,4 a 5,9. Nel 43% dei pazienti trattati con CBD si è verificata una riduzione della frequenza delle crisi del 50% o più e 3 pazienti non hanno avuto crisi. Sebbene la somministrazione di CBD abbia causato un alto tasso di effetti collaterali, il CBD sembra essere efficace nel trattamento dei pazienti con sindrome di Dravet.

Successivamente, è stato avviato un secondo studio di fase 3 per valutare le risposte dei pazienti con sindrome di Dravet a una dose bassa (10 mg / kg / giorno) o alta (20 mg / kg / giorno) di Epidiolex per 14 settimane. I risultati dello studio al momento non sono a mia disposizione.

Il quarto studio clinico di fase 3 ha incluso 225 pazienti con Lennox Gastaut sindrome (da 2 a 55 anni) con due o più crisi alla settimana. Questo studio aveva lo scopo di valutare la sicurezza e l’efficacia della soluzione orale di Epidiolex come trattamento aggiuntivo di altri farmaci antiepilettici. I risultati riportati dagli autori mostrano che l’aggiunta del CBD alla terapia antiepilettica convenzionale riduce la frequenza delle crisi in maniera dose-dipendente.

Il quinto studio clinico di fase 3 ha incluso 171 pazienti (di età compresa tra 2 e 55 anni) con sindrome di Lennox Gastaut. Nonostante l’elevato tasso di effetti collaterali, i risultati hanno mostrato che la somministrazione di soluzione orale di CBD a lungo termine in pazienti con sindrome di Lennox Gastaut determina la riduzione della frequenza delle crisi.

Successivamente, tutti i pazienti che hanno completato il periodo di trattamento negli studi precedenti sono stati inclusi nel sesto studio clinico. Questo studio ha dimostrato che il trattamento con CBD a lungo termine è sicuro ed efficace nel ridurre la frequenza delle crisi nei pazienti con sindrome di Dravet resistenti al trattamento con antiepilettici.

CONCLUSIONI:

Esistono numerosi altri studi in corso volti a valutare l’efficacia del CBD nel trattamento di varie forme di epilessia ma già quelli ultimati portano alle seguenti conclusioni:

Ad oggi, i dati di sicurezza disponibili mostrano che la somministrazione di CBD associata ad altri farmaci antiepilettici causa eventi avversi non gravi, che possono essere risolti riducendo la dose di CBD e / o farmaci antiepilettici comuni. In questo contesto, si dovrebbe prestare particolare attenzione quando il CBD è associato a valproato e CLB. In particolare, è stata osservata una funzionalità epatica anormale nei partecipanti che assumevano valproato in concomitanza, pertanto è necessario monitorare i livelli sierici di questi composti e dei rispettivi metaboliti. Invece, quando il CBD è associato al CLB, induce un aumento dei suoi metaboliti. Poiché gli effetti avversi non sono gravi, questa associazione può essere considerata sicura. I risultati disponibili evidenziano anche l’efficacia del CBD come aggiunta ai comuni farmaci antiepilettici. Il meccanismo con cui il CBD interagisce con altri farmaci antiepilettici non è ancora del tutto noto, poiché molte vie metaboliche coinvolte in questa interazione sono ancora sconosciute. Inoltre, non sono ancora noti tutti i bersagli molecolari utilizzati dal CBD per esercitare la sua azione antiepilettica. Tuttavia, i risultati ottenuti fino ad oggi incoraggiano l’uso del CBD associato ai farmaci antiepilettici.

Riassunto e tradotto da Luca Zarathustra Lecca collaboratore Comitato Pazienti Cannabis Medica

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