Cannabinoidi nel trattamento dell’epilessia: stato attuale e prospettive future

L’uso dei cannabinoidi come trattamento per l’epilessia ha suscitato crescente interesse negli ultimi anni, soprattutto grazie alle evidenze scientifiche che supportano l’efficacia del cannabidiolo (CBD) in vari tipi di crisi epilettiche. Un articolo, scritto da Alessandra Morano e colleghi, esplora lo stato attuale della ricerca sull’impiego dei cannabinoidi nell’epilessia, concentrandosi sulle loro proprietร  anticonvulsivanti, meccanismi d’azione, e gli sviluppi clinici piรน recenti. Il CBD, uno dei principali fitocannabinoidi della Cannabis sativa, emerge come uno dei trattamenti piรน promettenti, con una crescente attenzione da parte della comunitร  scientifica e delle autoritร  regolatorie.

Proprietร  e meccanismi d’azione del cannabidiolo

Il CBD si distingue dal ฮ”9-tetraidrocannabinolo (THC), il principale composto psicoattivo della cannabis, per il suo profilo non inebriante e per gli effetti ansiolitici e antipsicotici. A differenza del THC, il CBD non agisce principalmente sui recettori endocannabinoidi CB1, ma esercita le sue proprietร  terapeutiche attraverso un insieme di meccanismi diversi, tra cui l’antagonismo sul recettore orfano GPR55, la modulazione dei livelli di adenosina, l’attivazione dei recettori 5-HT1A e la regolazione dei livelli intracellulari di calcio. Questi meccanismi suggeriscono che il CBD agisce come un farmaco multi-target, con potenziale per il trattamento di epilessia e altre patologie neurologiche.

La biodisponibilitร  e l’assorbimento del CBD

Un’importante sfida nell’uso terapeutico del CBD รจ la sua bassa biodisponibilitร  orale, che รจ stimata essere solo del 6%. Questo basso assorbimento intestinale e l’alto metabolismo di primo passaggio limitano l’efficacia del CBD quando assunto per via orale. Tuttavia, la biodisponibilitร  puรฒ essere influenzata dal contesto alimentare, ad esempio attraverso pasti ricchi di grassi che ne aumentano l’assorbimento. Inoltre, il CBD viene metabolizzato dal sistema enzimatico del citocromo P450, in particolare dalle isoforme CYP3A4 e CYP2C19, che possono causare interazioni farmacologiche con altri farmaci.

Il CBD come trattamento per le sindromi epilettiche rare

Il cannabidiolo ha recentemente ottenuto l’approvazione delle agenzie regolatorie come trattamento aggiuntivo per alcune forme rare di epilessia, in particolare la sindrome di Dravet (DS) e la sindrome di Lennox-Gastaut (LGS), due condizioni caratterizzate da crisi frequenti e difficili da controllare. L’approvazione รจ avvenuta sulla base di studi clinici randomizzati, controllati con placebo, che hanno dimostrato una riduzione significativa della frequenza delle crisi nei pazienti trattati con CBD a dosi di 10 o 20 mg/kg/giorno. Sebbene i risultati siano promettenti, molti pazienti hanno riportato effetti collaterali lievi o moderati, tra cui sonnolenza, sedazione, diminuzione dell’appetito, diarrea e aumento dei livelli di aminotransferasi (specialmente nei pazienti che assumevano anche valproato). Questi effetti sono generalmente transitori, ma la loro gestione resta un aspetto importante nel trattamento.

Interazioni farmacologiche e prospettive future

Un’ulteriore considerazione importante riguarda le interazioni farmacologiche tra il CBD e altri farmaci anticonvulsivanti, come il clobazam. Il CBD inibisce l’enzima CYP2C19, che metabolizza il clobazam, e questo puรฒ portare ad un aumento dei livelli plasmatici del farmaco, con conseguente maggiore efficacia terapeutica, ma anche un incremento del rischio di effetti collaterali come la sonnolenza. Queste interazioni devono essere monitorate attentamente per ottimizzare il trattamento e garantire la sicurezza del paziente.

Oltre al CBD, un altro cannabinoide interessante รจ la cannabidivarina (CBDV), un analogo del CBD, che ha mostrato promettenti proprietร  anticonvulsivanti in studi preclinici. Tuttavia, una recente sperimentazione clinica di fase II ha fallito nel dimostrare l’efficacia del CBDV nel trattamento delle crisi focali incontrollate. Ciรฒ evidenzia la necessitร  di ulteriori ricerche per validare il potenziale terapeutico di questa molecola e di altri cannabinoidi nel trattamento dell’epilessia.

Conclusioni e sfide future

Il cannabidiolo rappresenta una promettente opzione terapeutica per i pazienti con epilessia, in particolare quelli con sindromi rare come la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennox-Gastaut. Nonostante i progressi ottenuti, rimangono sfide significative, come la bassa biodisponibilitร  orale, le interazioni farmacologiche e la necessitร  di ulteriori studi per comprenderne meglio i meccanismi d’azione e le possibili applicazioni in altre forme di epilessia. La ricerca futura dovrร  concentrarsi su studi clinici piรน ampi e su formulazioni avanzate per migliorare l’efficacia terapeutica e ridurre gli effetti collaterali. In ogni caso, l’approvazione del CBD come trattamento aggiuntivo per le sindromi epilettiche rare segna un passo importante verso l’integrazione dei cannabinoidi nella medicina moderna, aprendo la strada a nuove opportunitร  terapeutiche per i pazienti con epilessia.

Fonte:dovepress



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