Approvata in Regione Sicilia mozione sulla cannabis medica

Approvata) MOZIONE

Iniziative in relazione alla possibile condanna penale del sig. Walter De Benedetto, persona affetta da artrite reumatoide.


L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

premesso che:

in Italia le preparazioni magistrali a base di cannabis ad uso terapeutico sono prescrivibili dal 2006;

il Decreto Ministeriale 9 novembre 2015, c.d. Decreto Lorenzin, ha esteso le indicazioni terapeutiche all’uso dei cannabinoidi ovvero, come indicato dal sito internet del Ministero alla Salute, “l’impiego nel dolore cronico e di quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale; nella nausea e vomito causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; l’effetto ipotensivo nel glaucoma; la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette”;

solo nel 2016, “il nostro Paese ha avviato una produzione nazionale di cannabis per uso medico presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (SCFM), grazie alla collaborazione tra il Ministero della salute e il Ministero della difesa, in modo da garantire l’accesso a tali terapie a costi adeguati e in modo sicuro”, prima di allora “le preparazioni magistrali con prodotti vegetali a base di cannabis venivano importate dall’Office of Medicinal cannabis (organismo olandese per la cannabis) del Ministero olandese della Salute, welfare e sport”;

la produzione di cannabis ad uso terapeutico risulta essere inferiore al fabbisogno attuale e potenziale.

Rilevato che:

il Sig. Walter De Benedetto, persona affetta da artrite reumatoide, è imputato per il reato di coltivazione non autorizzata di sostanze stupefacenti e il prossimo 27 aprile c.a. dovrà affrontare davanti il Tribunale di Arezzo, sez. penale,  il rito abbreviato, così come stabilito a seguito di udienza preliminare tenutasi il 23 febbraio u.s.;

come si apprende da notizie di stampa, il sig. Walter De Benedetto, arrivato in Tribunale, il giorno della citata udienza, accompagnato in ambulanza – a causa delle sue gravissime condizioni – ha dichiarato “Mi assumo la mia responsabilità, ho fatto di tutto per essere in aula oggi per andare fino in fondo. Questa è una battaglia in cui non ci sono solo io, credo nella giustizia e nella legge, mi sento a posto con la mia coscienza”;

Visto che

il Presidente della Repubblica, come enunciato dal comma 11 dell’art. 87 della Costituzione Italiana, può concedere grazia e commutare le pene;

come previsto dall’art. 174 del Codice Penale “L’indulto o la grazia condona, in tutto o in parte, la pena inflitta, o la commuta in un’altra specie di pena stabilita dalla legge”;

Tenuto conto che

sono diverse le proposte di legge di iniziativa parlamentare, depositate presso la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica, che intendono intervenire in materia di coltivazione di cannabis, mirando in particolare a consentirne la coltura in forma domestica e per uso personale, in linea con una recente sentenza della Corte di Cassazione;

detta sentenza, n. 12348/2020, delle Sezioni Unite della Cassazione recita che “Il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, essendo sufficienti la conformità del tipo botanico e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente; devono però ritenersi escluse, in quanto non riconducibili nell’ambito della norma penale: le attività di coltivazioni di minime dimensioni svolte in forma domestica, che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore.”;

in data 2 dicembre 2020 è stato reso noto che l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha riconosciuto le proprietà mediche e terapeutiche della cannabis, sostanza, così, eliminata dalla tabella IV – contenente le sostanze ritenute più pericolose – della Convenzione Unica sugli stupefacenti del 1961, novità che rappresenta un risultato storico che faciliterà la ricerca sulle proprietà terapeutiche della cannabis.

Considerato che

si ritiene inopportuno e inaccettabile che in un Paese civile una persona, che vive una difficile condizione di vita, possa subire una condanna penale per aver coltivato la sostanza necessaria ad alleviare il dolore cronico determinato dalla malattia,

IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE

E PER ESSO

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE

a rivolgere un accorato appello, in nome della Regione Siciliana, al Presidente della Repubblica che sia volto a chiederne un decisivo intervento nel caso de quo, mediante gli strumenti giuridici ritenuti opportuni, financo, nella denegata ipotesi di sopravvenuta condanna, a valutare l’esistenza dei presupposti per la concessione della Grazia;

per la tutela della salute e del diritto a condurre una vita dignitosa di tutti i cittadini italiani che quotidianamente convivono con la sofferenza e il dolore attualmente vissuti dal Sig. Walter De Benedetto, a porre in essere tutte le azioni utili dinanzi le autorità istituzionali competenti volte ad una modifica legislativa necessaria a consentire la coltivazione in forma domestica e per uso personale della cannabis e che escluda dalla fattispecie di reato la coltura delle sostanze stupefacenti, allorquando ne sia prevista l’assunzione per fini terapeutici a fronte dell’esistenza di patologie invalidanti e degenerative indicate nel Decreto Ministeriale 9 novembre 2015 pubblicato nella Gazz. Uff. 30 novembre 2015, n. 279, tenuto conto dell’ufficiale e recente riconoscimento del valore terapeutico della cannabis da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).

                                                

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